cllocate ha scritto:La sposa illibata ....... e i bikers exploratori.La verità è svelata lo jus primae noctis non esiste, sebbene tale diritto sia testimoniato in alcune culture antiche (mesopotamica, tibetana), non vi sono testimonianze di una sua diffusione nell'Europa medievale. In particolare nelle fonti storiche non ne sono rintracciabili direttive né da parte delle autorità laiche (re, imperatori), né da parte di quelle ecclesiastiche. Questo ha portato la maggior parte degli storici contemporanei a ritenere lo Ius primae noctis come un mito moderno relativo all'epoca medievale, sviluppatosi a partire dall'illuminismo.
Per cui appurati questi concetti è evidente che se non è esistito nella storia men che meno poteva esistere per i exploratori bikers e signori incontrastati della valle.
La ricerca è stata lunga ogni anfratto della valle Asinina è passato sotto le nostre ruote qualche fariseo bestemmione ci ha accompagnato, qualche ramo si è infilato più volte tra le ruote delle bike portate in spalla, per avanzare il cammello più volte è stato scaraventato in avanti sulla linea di massima pendenza.
Del resto non si poteva cercare un approccio facile ad un simile strabiliante itinerario di discesa e quindi via per la via più lunga e irta di difficoltà, impedimenti, intralci, intoppi , barriere, scogli, inconvenienti, contrarietà.
Va bene essere avanti ma qui siamo all'antitesi della tesi prima ancora che la sintesi sia manifesta e sia manifesto l'obliterazione dell'io che si infutura nell'archetipo dell'antropomorfismo ciclocentrico e comunque la sposa è illibata e i bikers hanno fatto shopping in giro per negozi della valle e vada via al k.. il 130.
Del resto se è top secret la tesi ancora più lo è l'antitesi che verrà manifestata solo in giornate di sole.
Sti g@tsi
La sposa non è più illibata ... e i bikers Quando incontro l'amico Gigi sul tratto che va dal Baciamorti al Grialeggio sono in un tratto impegnativo di bike in spalla e faccio fatica a trovare il fiato per salutarlo. Vorrei infilarmi nei pini mughi e nascondermi ma non è possibile per cui viene svelata la sana follia del biker all mountainer.
L'antefatto è che la sposa era rimasta illibata dall'ultima exploration con Dariuz e prima di partire mi aveva raccomandato di andare a buttarci un occhio, mi ero ripromesso di andarci a piedi da trekker ma poi ha prevalso il biker.
La salita da San Giovanni Bianco al Baciamorti non presenta sorprese bisogna solo pedalare con pazienza attraversando Sottochiesa, Pizzino, la strada per Capo Foppa e poi staccarsi dalla gippabile del Gherardi per il Passo Baciamorti.
Alla baita prima del passo scambio quattro parole con un pastore che conosco e che mi raccomanda attenzione "in chel tochel la " indicando il Venturosa, la curiosità di scoprire cosa nasconde il versante nord del Venturosa aumenta.
Ma sono abbastanza tranquillo la gente normale non ha la minima percezione di cosa fanno i bikers di oggi e dipingono i sentieri come impossibili vie di arrampicata, il più delle volte sono proprio quelli i sentieri che vogliamo trovare.
Anche se in questo caso il sentiero velato di misterioso è in salita.
Morale il sentiero è un'ora secca di bike in spalla a volte troppo stretto per passare nella vegetazione. I pini mughi a volte vorrebbero sbatterti di sotto ma io non glie la dò vinta.
Il sentiero sale e a volte scende tanto per aumentare il dislivello, qui si porta e basta, troppo ripido e troppo stretto per spingere.
Questa mattina me la sono presa stracalma come meglio mi si addice in modo che il sereno lascia posto al temporale esattamente quando sono in vista del tetto della baita del Giacom, quota massima dell'escursione. Avendo tempo meteo favorevole sarebbe il caso di arrivare in cima al Venturosa tanto mancano solo 150 m. di dislivello.
Non mi faccio mancare neanche te quarti d'ora di strada sbagliata dentro un canale erboso, ma c....o se sei un sentiero bollato CAI e dopo 10 min. non vedi bolli ci sarà un perchè? Quando mi trovo su per costoni con la bike in spalla e senza via d'uscita mi castigo ritornanado sino all'ultimo bollo bianco rosso e riprendo la retta via.
La vista del tetto verde della baita del Giacom saluta il termine della salita, il gps segna 1833. Il temporale sul Cancervo a questo punto è servito: dò trunate e quater gote de acqua mi fanno decidere che il rienrtro sarà da passo di Grialeggio. Infilo il passo a palla è zo de le. Ogni tanto mi fermo a far riposare le braccia e i polsi messi a dura prova dal sentiero. Al punto di sosta della strada agro silvo pastorale non scendo per la strada ma ritrovo il vecchio sentiero del Venturosa e metto insieme 200 m. di dislivello per 100 tornanti, festival del nose press per tutti i gusti.
Giungo sull'asfalto ancora asciutto, asciutto io e asciutto l'asfalto ma in pochi secondi vengo raggiunto da uno scroscio di quelli veri che mi accompagna sino al piazzale del mercato si San Giovanni ... evada via i ciapp la sposa e il temporale
- Il versante nord del Venturosa dove si snoda il sentiero per il Passo Grialeggio