Comunicato ufficiale CAI, preso da:
http://www.scialp.it/stampa/articoli201 ... 1_2010.pdfCLUB ALPINO ITALIANO
COMUNICATO STAMPA
08 febbraio 2010GLI APPASSIONATI DELLA MONTAGNA NON SONO DEGLI IRRESPONSABILI. NON
LASCIAMOCI PRENDERE DALL'EMOTIVITA'.La montagna è, e deve continuare ad essere un luogo di libera frequentazione, una norma
come quella proposta nell'emendamento del Governo sulle emergenze in discussione al
Senato non è accettabile dal CAI e dal mondo della montagna.
In merito alla presentazione di un emendamento del Governo al Decreto legge sulle
emergenze in discussione al Senato,
il Presidente generale del Club Alpino Italiano, Annibale Salsa dichiara: La montagna è uno spazio di libertà e non di coercizione, come tale
comporta un elevato senso di responsabilità e abbisogna di conoscenza e competenza.
Tutto ciò non può portare ad una regolamentazione totale della frequentazione perché
questo comporterebbe uccidere la libertà di accesso che è uno dei capisaldi
dell'alpinismo e della frequentazione della montagna. L'irresponsabilità di alcuni non può
essere pagata da tutti gli altri. La sicurezza in montagna - prosegue Salsa - non aumenta
con le sanzioni o con il carcere per chi provoca valanghe, ma solo attraverso il lavoro di
formazione, prevenzione, informazione svolto con l'ausilio del CAI, delle Guide alpine, del
Soccorso alpino e speleologico e dei professionisti e degli abitanti della montagna.
Ciò non significa essere aprioristicamente contrari a norme per il miglioramento della
sicurezza in montagna, ma per la loro stesura non si può prescindere dal
coinvolgimento del CAI, del Soccorso Alpino e Speleologico, delle Guide alpine e di
quanti vivono e operano in montagna.
Il Presidente generale del CAI sottolinea inoltre che "Il CAI e il mondo della montagna non
possono accettare una norma che, forse dettata dall’emozione, costringe a casa
alpinisti, sciatori ed escursionisti, e che porta una militarizzazione delle Terre Alte. Anche
l'anno scorso, sempre sull'onda dell'emotività dovuta anche in quel caso a vittime di
valanghe, qualcuno aveva proposto l'istituzione di un fantomatico patentino cha abilitava ad
andare in montagna individuando il CAI come ente preposto a rilasciarlo, e prefigurando
l'impiego delle forze dell'ordine per controllare gli accessi. Anche allora - conclude Salsa -
abbiamo espresso la nostra contrarietà a qualsiasi patentino - che non rientra in alcun
modo nella filosofia e nella missione del Club Alpino Italiano – e a ogni tentativo di
limitazione, sanzione eccessiva, militarizzazione della montagna.”
Con preghiera di pubblicazione
Luca Calzolari – Responsabile Ufficio Stampa CAI
mob +39 335 432870
calzolari@cervelliinazione.itStefano Mandelli – Ufficio Stampa CAI
mob.+39 335 8074321
mandelli@cervelliinazione.itCervelli In Azione Srl – Bologna