Esiste un luogo al di fuori delle rotte solite dove in pochi giungono preferendo più blasonati rifugi
come se gli attuali rifugi possano essere salvo in rari casi meritori di una meta finale di un escursione ma questo è un discorso che con gli asini ci azzecca poco ( Di Pietro docet ahhaha )
Di asini sono piene le montagne in questo periodo ma ancora per poco poi i veri depositari della pace e della natura resteranno quelli che pascolano liberamente nei pressi del laghetto di Cavasabbia, animali docili e in cerca di rapporti con gli umani almeno quelli che gli riconoscono una dignità e un ruolo nella naturalità di questo ambiente.
Animale bistrattato ma indispensabile nelle economie rurali sino a qualche anno fà, oggi alcuni discendenti se ne stanno ai bordi di questo meraviglioso laghetto costeggiato dai prati che lambiscono le acque che danno il via al corso del fiume Brembo, bucolico paesaggio di un ferragosto rovinato dalla pioggia secondo i massmedia, beata pioggia che permette di godere in simil esclusiva di siffatti angoli di natura che non necessariamente devono essere condivisi con chi capita per caso errando in quel paradiso prima di essere ingoiato dall'asfalto.
L'asino in maschera
Disse un asino: dal mondo
Voglio anch'io stima e rispetto;
Ben so come, e così detto,
In gran manto si serrò;
Indi a' pascoli comparve
Con tal passo maestoso,
Che all'incognito vistoso
Ogni bestia s'inchinò.
Lasciò i prati e corse al fonte,
E a specchiarsi si trattenne;
Ma sventura! Non contenne
il suo giubilo, e ragliò.
fu scoverto, e fino al chiuso
Fu tra i fischi accompagnato;
E il somaro mascherato
In proverbio a noi passò
Tu che base del tuo merto
Veste splendida sol fai,
Taci ognor, se no scoverto
Come l'asino sarai.
di: Aurelio Bertola
- Mamma asina nei pressi del lago di Cavasabbia
