fabri ha scritto:Racconto commovente. Mi ritornano in mente le camminate fatte in montagna
quando ero giovane. Non c'era la neve ma la fatica era la stessa.
Ora quando siamo ai Piani dell'Avaro la precedenza va alla buona cucina di Paola e
Miriam...... si vede che passano gli anni. Ciao a tutti.
Diciamo che cadere nelle tentazioni di Paola e Miriam è una debolezza a cui cediamo in molti.
Rivedendo gli scarponi che indossavo mi viene alla mente un aneddoto che vi racconto.
Da amici mi era giunta notizia che in quel di Fino del Monte esisteva un artigiano calzolaio che produceva i migliori scarponi possibili per solcare le vette orobiche e non solo e quindi era venuto il momento di abbandonare gli anfibi con doppia fibia più volte risuolati con il migliore vibram .
Dopo mesi di privazioni avevo raccolto la somma necessaria all'acquisto dei suddetti scarponi e poter quindi varcare le porte che immettevano nel mondo dell'alpinismo. Un pomeriggio d'estate partiamo dal Grumo con una mitica
Citroen Mehari
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imitazione di fuoristrada con copertura in tela che avevamo sapientemente rimosso e lasciato a casa visto la bella giornata estiva.
Alla guida Edo che si vede nella foto con folta barba, arriviamo a Fino del Monte procediamo all'acquisto degli ambiti scarponi e ci avviamo sulla via del ritorno, in Val del Riso in risalita verso Zambla veniamo colti da un immane temporale di cui solo la Val del Riso è capace.
Di trovare un riparo no se ne parla o quando troviamo qualche cosa è troppo tardi, la scena è fantozziana , io che cerco di riparare con un ombrello il guidatore il tutto con scarsi risultati l'ombrello che vorrebbe volare via , 4 dita di acqua che ondeggiano all'interno della nostra vettura procediamo a vista per quel che si può vedere , i nostri scarponi conoscono così in modo indegno la prima "maserada" all'interno di una vetturetta, avranno comunque altre occasioni per bagnarsi .