Lofoten 2013

Skialp, freeride, trekking, report ed intinerari di escursioni invernali ed estive

Re: Lofoten 2013

Messaggioda Beso » 5 aprile 2013, 9:08

Bellissimo il video cl... bravo.. e che oìa : WohoW : : WohoW : : WohoW :
Mi servirebbe un bravo regista per la Val Martello : Chessygrin : : Chessygrin : : chinchin :
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Re: Lofoten 2013

Messaggioda cllocate » 5 aprile 2013, 14:42

Beso ha scritto:Bellissimo il video cl... bravo.. e che oìa : WohoW : : WohoW : : WohoW :
Mi servirebbe un bravo regista per la Val Martello : Chessygrin : : Chessygrin : : chinchin :


Tu sei un attentatore al mio equilibrio skialp/bikeristico : Andry :

: chinchin :
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Re: Lofoten 2013

Messaggioda MTBiker » 5 aprile 2013, 17:50

bel video Claudio e che posti! se mi finanziate l'anno prossimo mi offro di venire io a farvi le riprese, ok? : Chessygrin : : Chessygrin : : Chessygrin :
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Re: Lofoten 2013

Messaggioda cllocate » 6 aprile 2013, 22:27

Vi anticipo un breve testo che andrà sull'annuario del CAI di Piazza Brembana
con alcune foto che avete già visto in questo topic.

Lofoten, che storia !!!

Che storia! Un esclamazione persino abusata con i miei compagni di avventura alle Lofoten. Trovarsi alle Lofoten in una giornata di pieno sole con paesaggi incontaminati di montagna, mare e neve polverosa è qualcosa che fai persino fatica a realizzare che ti stia succedendo davvero, forse è un sogno o forse una realtà ancora migliore di quella che avevi sperato.

Facendo un passo indietro ci sarebbe da chiedersi perché Lofoten? Forse per quel fascino che mi attrae in tutto quello che sta a nord. Ho sentito spesso parlare di mal d’Africa purtroppo non lo conosco e non mi appartiene ma conosco bene il mal di Nord.
Qui siamo veramente a Nord, siamo dentro il circolo polare artico su un gruppo di isole appartenenti alla Norvegia. Dopo alcune esperienze nelle Sunnmore Alps nella zona di Alesund decido che quest’anno voglio andare più a nord, l’ho già fatto in estate ma mai inverno. Anticipo di un mese il mio abituale periodo di vacanza alla ricerca della neve migliore , marzo ci consegnerà immensi pendii come lavagne bianche dove tracciare effimere linee sinuose di libertà prima che il vento cancelli tutto e consegni ad altri simili emozioni.

Il viaggio avrà l’epilogo di una regia perfetta quanto inconsapevole. Per raggiungere le Lofoten servono tre voli, da Malpensa verso Copenaghen, Oslo e infine Narvik.
Nel frattempo i nostri borsoni vengono smarriti tutti e sei, ci ritroviamo ad Oslo solo con gli sci. A Narvik ne ricompaiono 5, il sesto ci verrà consegnato a domicilio il giorno successivo e anche questo non è una novità purtroppo con SAS.
Atterriamo a Narvik alle 23.00 i -20° e la bufera che imperversa sull’aeroporto consigliano di non perdersi troppo in finezze, borsoni e sci vengono stipati in tutta fretta nelle macchine. Tre ore di guida mi fanno prendere contatto con strade lastricate di ghiaccio, solo il giorno successivo scopro che l’ottima tenuta di strada della macchina era data da gomme chiodate e mescole morbidissime. Arriviamo a Henningsvaer individuiamo le nostre rorbuer (casette dei pescatori rivisitate a fini turistici) troviamo quella assegnata con la chiave nella porta come da accordi, distrutti da una giornata di viaggio ci ritiriamo nei nostri appartamenti senza indugio. Non abbiamo visto nulla sino ad ora delle isole se non i pochi metri di neve e ghiaccio illuminati dall’auto presa a nolo. Siamo stranieri calati di notte sulla neve norvegese.

Quando mi sveglio al mattino rapidamente sposto la tenda della finestra con la stessa ansia dei bambini la mattina di Santa Lucia , il regista ha previsto una scenografia da favola. Il film ha inizio, scorre il titolo “ Lofoten, che storia! ” un lungometraggio durato una settimana.

Non ha molto senso riempire questo scritto con i nomi di montagne per lo più sconosciute alla stragrande maggioranza di noi. Rundfjellet, Sautinden nomi che cominci a conoscere e cercare con Google quando fissi le Lofoten come metà. Qui lo scialpinismo ha una dimensione tutta sua, senza disconoscere i pericoli di questa nostra passione, le cime non sono mai molto alte. Molte restano comunque inaccessibili indipendentemente dalla quota.
In genere dai 700 ai 1000 m. di quota, questo permette di concatenare più cime in una stessa uscita. Il verbo “ripellare” che mi ha sempre provocato un po’ di orticaria qui è di casa. A volte si arriva in fondo a un pendio di neve polverosa dove hai appena fatto una sciata pazzesca ci si guarda negli occhi con fare interrogativo e si esclama “ci tocca” si ripella e si mettono insieme altri centinaia di metri di dislivello.
Attraversare i fiordi ghiacciati e coperti di neve per arrivare all’inizio di un itinerario è un esperienza sicuramente nuova, a volte ci si interroga sulla tenuta ma quando ci si pone il quesito in genere si è già in mezzo al fiordo.


Gli stessi pericoli che ci sono sulle Alpi ci sono anche qui, la scelta della gita deve sempre essere accurata, il bollettino valanghe è consultabile e riporta anche eventi valanghivi registrati in zona. Nel periodo di nostra presenza francesi e norvegesi sono stati coinvolti senza gravi conseguenze in slavine. Un norvegese è rimasto sotto un metro e mezzo di neve per dieci minuti. Un aspetto a cui dedicare attenzione è il ghiaccio. Sul mare la corrente del golfo rende il clima più mite sino a piovere ma poi il vento e il freddo congelano il tutto. Su alcuni versanti la cara ed amata powder spesso è appoggiata sul vetro ed è capitato anche a noi di portarci a valle un pendio intero.

Il tratto di viaggio che ti porta verso la partenza di una gita non è mai trasferimento è esso stesso viaggio e meta al tempo stesso, troppi stimoli da osservare troppa voglia di vedere e forse di capire una terra che poi terra non è ma che in questa stagione è un misto di ghiaccio e neve.
La strada innevata costeggia il fiordo sferzata dalla bufera, scorre a fianco del mare in tempesta è uno scenario surreale che ti richiama fuori dall’auto con il desiderio di sentire sulla pelle il vero nord. A volte capita di vedere in riva al fiordo le aquile di mare posate su irsute betulle che combattono una caparbia lotta contro le condizioni meteo.
Nei fitti e scialpinisticamente parlando fastidiosi boschetti di betulle capita spesso di incontrare delle pernici bianche, questa fascia boscata spesso si risolve in un centinaio di metri di quota che parte dal mare ma spesso è molto fitta e richiede un po’ di impegno per essere attraversata sciando.

Alle Lofoten non si può certo tralasciare di parlare di merluzzo, è una presenza costante e un odore che caratterizza tutte le isole, la pesca al merluzzo è l’attività per eccellenza dei norvegesi in questa parte di territorio. Proprio in questo periodo si caricano gli immensi essicatoi che ricoprono colline intere e il pesce verrà ritirato tra maggio e giugno pronto per il mercato. L’Italia risulta essere tra i principali acquirenti di questo prodotto.

L’aurora boreale non si è manifestata ai nostri occhi o semplicemente non siamo stati sufficientemente assidui nella sua ricerca. L’impegno richiesto è per noi eccessivo, rimanere all’aperto per ore semplicemente non è possibile, passare le sere o le notti alla finestra sperando in un appuntamento che non ha orari certi è estenuante dopo le fatiche sciistiche e quelle previste per il giorno successivo.

Alcuni consigli di viaggio per chi volesse provarci, guidare dopo aver bevuto anche solo una lattina di birra potrebbe essere una pessima idea soprattutto nei presi di Svolvaer, ubriacarsi di birra credo non sia possibile semplicemente perché economicamente insostenibile. Una lattina di birra bevuta in un locale pubblico costa l’equivalente di 10 euro, all’aeroporto di Oslo anche 13. Cenare in locali pubblici ammesso che lo troviate richiede un mutuo. Mettere le ruote anche di pochi cm. fuori dalla strada battuta vuol dire rimanere intrappolati nella neve. Non viaggiate mai con il carburante in riserva, una bufera di neve con un distributore a 50 km. potrebbe trasformarsi in un problema di sopravvivenza. La Norvegia ha un reddito pro capite tra i più alti al mondo è un ottimo posto per i norvegesi un po’ meno per i turisti. A noi non rimane che fare spesa al supermercato con un occhio al cambio. Se non avete paura di perpetuare lo stereotipo sull’italiano medio una moka con caffè e qualche chilo di pasta in un borsone non hanno mai rovinato la reputazione a nessuno, anzi. Nessun proclama alla fine di questa esperienza ma un intimo desiderio di tornarci mi farà compagnia a lungo. (foto: Claudio Locatelli, Enrico Fioroni.)
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Re: Lofoten 2013

Messaggioda cllocate » 11 aprile 2013, 17:24

Qui fiore sta recensendo in modo molto molto intrigante dateci un occhio. : chinchin :
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Re: Lofoten 2013

Messaggioda dome60 » 11 aprile 2013, 18:26

un'occhiata l'ho data anche parecchie altre volte ma non sò come mai ogni volta rosico di brutto, ho anche un pelo d'invidia ma solo un pelo : Sad : : Chessygrin : : Eeek : : Andry : : chinchin :
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Re: Lofoten 2013

Messaggioda steozaux » 16 aprile 2013, 22:49

Date un occhio a questo video! L'ho già rivisto 3 volte! La natura non ha limiti nella sua bellezza e magnificenza!
http://www.nationalgeographic.it/scienz ... a-1608251/
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Re: Lofoten 2013

Messaggioda cllocate » 27 maggio 2013, 18:56

Ogni stagione ha le sue LOFOTEN
continuo a preferire l'inverno ....

: Eeek : : Eeek : : Eeek : : Eeek : : Eeek : : Eeek : : Eeek :

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